Nella splendida cornice dell’Aula Magna del Palazzo di giustizia di Milano intitolata alla memoria dei colleghi Guido Galli ed Emilio Alessandrini, ricordati anche nella bellissima mostra fotografica dell’ANM “Le Rose spezzate” allestita nel corridoio dell’atrio antistante, si è tenuto, come annunciato, in data 25 marzo 2019, il Corso “Reati societari e finanziari” organizzato dalla Scuola Superiore della Magistratura, diretto da Adriano Scudieri come Esperto Formatore.
La Giornata di studi, preceduta dagli indirizzi di saluto del Procuratore della Repubblica di Milano Francesco Greco e da quello della Presidente della Corte d’appello Marina Tavassi, si è snodata per tutto l’arco della giornata in cinque diverse sessioni, organizzate, ciascuna, in modalità duale, caratterizzata da confronti e dialoghi a due voci fra l’accademia e la realtà giudiziaria onde consentire adeguato approfondimento teorico – pratico su ciascun argomento.
Dopo l’intervento di Francesco Greco dedicato all’attualissimo e sempre vivo problema della responsabilità penale degli enti, hanno discusso di falso in bilancio Laura Pedio (Procuratore Aggiunto di Milano) e Andrea Perini (Università degli studi di Torino). E’ stata innanzitutto evidenziata la motivazione sottesa alla falsificazione del bilancio ed il ruolo estremamente rilevante del reato come illecito-spia, indicatore della possibile esistenza di fondi neri accantonati dalla società per finalità illegali. Il confronto fra i due interpreti è stato poi dedicato all’estrema difficoltà di dimostrare l’entità del danno conseguente alla condotta falsificatoria e all’apprezzamento delle valutazioni di bilancio penalmente rilevanti, avuto riguardo al tenore della Sentenza “Passarelli” delle S.U. della Corte di Cassazione che ha ammesso la possibilità da parte del soggetto agente di potersi discostare dai criteri valutativi comunemente ammessi, purché se ne sia data adeguata motivazione. E’ stata pertanto ribadita l’opportunità di fare buon uso della discrezionalità tecnica e di adeguarsi dalle norme del codice civile in tema di redazione del bilancio dalle quali è possibile discostarsi solo in casi eccezionali. Si sono infine esaminate le problematiche connesse all’accertamento del dolo specifico e quindi dell’ingiusto profitto, il cui provento è passibile di confisca ex 2641 c.c. o secondo la legge 231
Hanno quindi discusso di abuso di mercato (manipolazione di mercato e insider trading) Federico Consulisch (Università degli Studi di Genova) e Luigi Varanelli (Tribunale di Milano). Gran parte dei loro interventi è stata dedicata al perdurante principio del doppio binario caratterizzato dalla doppia punibilità di un medesimo fatto sia a titolo penale che amministrativo anche successivamente alle recenti modifiche legislative (Legge 25 ottobre 2017, n. 163), e alla conseguente inevitabile applicazione del principio del ne bis idem secondo la Giurisprudenza delle Corti Europee. Il sistema, connotato ancora da particolare afflittività per gli operatori di settore è caratterizzato dalla scarsa tipicità della norma punitiva dell’abuso di mercato delineata dall’art. 185 TUF, paradossalmente passibile di precisazione alla luce del corrispondente illecito amministrativo di cui all’art. 185 ter TUF. Molto problematica è apparsa essere l’interpretazione della norma che riconosce la legittimità delle prassi di mercato, attesa l’assenza di precise indicazioni tecniche in merito e quindi di concreta prevedibilità per i destinatari delle norme.
La sessione successiva dedicata al reato di OSTACOLO ALLA VIGILANZA ha visto contraddire fra di loro Andrea Francesco Tripodi (Università degli studi di Macerata) e Fabrizio d’Arcangelo (giudice di Cassazione) sul reato di ostacolo alla vigilanza, deputato al ruolo di sopperire alla mancanza dei controlli interni e delle false comunicazioni sociali. Anche in questo caso la norma è apparsa piuttosto indeterminata a causa dell’assenza di tipicità sulla nozione di Autorità di vigilanza non necessariamente coincidente con la Banca d’Italia, CONSOB, ISVAP. Dibattute sono state poi le caratteristiche della condotta criminosa avuto riguardo al contenuto partecipativo dei procedimenti amministrativi che si svolgono davanti a tali Autorità.
La quarta e la quinta sessione sono state dedicate al reato di aggiotaggio nella sua accezione sistemica (Eugenio Fusco, Procura della Repubblica di Milano e Francesco Mucciarelli, Università Bocconi di Milano) caratterizzato dall’incertezza del bene tutelato e dalla non chiara identità dei destinatari della norma. L’ultima parte del corso è stato dedicato ai reati “ di nicchia” di infedeltà patrimoniale e corruzione di privati (Luigi Orsi, Sostituto procuratore generale presso la Corte di Cassazione e Roberto Crepaldi, giudice del Tribunale di Milano), poco frequentati nelle aule giudiziarie perché immanenti alla gestione dell’impresa. Trattasi di reati che presuppongono un’alterità fra proprietari e amministratori e il cui bene giuridico tutelato si sostanzia nella libertà di concorrenza e nella fedeltà al datore di lavoro.
Scrivi un commento
Devi accedere, per commentare.