Con decreto 9 ottobre 2023 è stato indetto il concorso, per esami, a quattrocento posti di magistrato ordinario. I requisiti del concorso sono stati estesi per la seconda volta ai laureati che abbiano conseguito la sola laurea magistrale in giurisprudenza ed è rimasta ferma l’esclusione alla partecipazione di coloro che abbiano riportato per tre volte l’inidoneità agli scritti Gli elaborati dovranno vertere sulle tre materie classiche di diritto amminitrativo, civile e penale, dovranno essere redatti entro otto ore dalla dettatura; dovranno inoltre avere carattere teorico. L’indicazione della data, delle sedi o della sede sarà precisata sulla G. U. del 5 dicembre 2023.
La commissione di esame é nominata con decreto del Ministro della Giustizia, previa delibera del Consiglio Superiore della Magistratura, nei quindici giorni antecedenti l’inizio della prova scritta, ed è composta, ai sensi dell’art. 5, comma 1-bis, del decreto legislativo 5 aprile 2006, n.160, da un magistrato il quale abbia conseguito la sesta valutazione di professionalità, che la presiede, da venti magistrati che abbiano conseguito almeno la terza valutazione di professionalità, da cinque professori universitari di ruolo titolari di insegnamenti nelle materie oggetto di esame, nominati su proposta del Consiglio universitario nazionale, e da tre avvocati iscritti all’albo speciale dei patrocinanti dinanzi alle magistrature superiori, nominati su proposta del Consiglio nazionale forense. Non possono essere nominati componenti della commissione di concorso i magistrati, gli avvocati ed i professori universitari che nei dieci anni precedenti abbiano prestato, a qualsiasi titolo e in qualsiasi modo, attività di docenza nelle scuole di preparazione al concorso per magistrato ordinario. Il presidente della commissione e gli altri componenti possono essere nominati anche tra i magistrati a riposo da non più di due anni ed i professori universitari a riposo da non più di cinque anni che, all’atto della cessazione dal servizio, erano in possesso dei requisiti per la nomina. Con decreto del Ministro della Giustizia, previa delibera del Consiglio Superiore della Magistratura, terminata la valutazione degli elaborati scritti, sono nominati componenti della commissione esaminatrice docenti universitari delle lingue indicate dai candidati ammessi alla prova orale.
Le prove si svolgeranno secondo le procedure previste dall’art. 8 del regio decreto 15 ottobre 1925, n. 1860, e successive modifiche, e dall’art. 3 del decreto legislativo 5 aprile 2006, n. 160, ovvero con modalità telematiche, ai sensi dell’art. 1 comma 2 del decreto legislativo 5 aprile 2006 n. 160. Sono ammessi alla prova orale i candidati che ottengono non meno di 12/20 di punti in ciascuna delle materie della prova scritta. Ai candidati che abbiano conseguito l’ammissione alla prova orale è data comunicazione, con l’indicazione del voto riportato in ciascuna delle prove scritte, almeno venti giorni prima di quello in cui devono sostenere detta prova. Conseguono l’idoneità i candidati che ottengono non meno di 6/10 in ciascuna delle materie della prova orale, e un giudizio di sufficienza nel colloquio sulla lingua straniera prescelta, e comunque una votazione complessiva nelle due prove non inferiore a 108 punti. Non sono ammesse frazioni di punto.
Per quanto attiene all’operatività delle modalità telematiche il decreto 15 giugno 2023 del Ministero della Giustizia ha disciplinato la materia “del concorso per magistrato ordinario mediante strumenti Informatici“. Il testo che si compone di 8 articoli regola l’utilizzo del computer per svolgere la prova scritta d’esame anche alla luce di quanto previsto dalle indicazioni contenute nel decreto-legge 80/2021 per il rafforzamento della capacità amministrativa delle pubbliche amministrazioni funzionale all’attuazione del PNRR e per l’efficienza della giustizia (convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2021, n. 113).
Il decreto prevede che la domanda di partecipazione al concorso per magistrato ordinario avvenga per via telematica. Ad ogni candidato sarà associato un codice identificativo, poi utilizzato per la consegna alla Commissione dei testi dei codici e per accedere nei locali d’esame. Il Presidente di Commissione crea nel sistema informatico la procedura di avvio della prova concorsuale inserendo una chiave elettronica principale a sua scelta. La chiave avrà lo scopo di proteggere tramite algoritmi di crittografia l’anonimato delle prove. In ciascuno dei giorni fissati per le prove, al candidato viene assegnato un codice univoco riportato su un braccialetto antieffrazione al fine di garantire la corrispondenza univoca tra candidato e dispositivo. Il braccialetto sarà associato ad un dispositivo elettronico, sul quale sarà installato il software per la videoscrittura utilizzato per la stesura del lavoro.
In caso di rimozione o danneggiamento del braccialetto scatterà l’esclusione dal concorso. Il candidato però avrà anche della carta per trascrivere la traccia dettata, lo schema dell’elaborato e redigere appunti. Al termine della dettatura, la Commissione procede alle operazioni di sblocco di tutti i dispositivi elettronici e da quel momento inizia a decorrere il tempo per lo svolgimento della prova, oppure il diverso termine deliberato Csm per i candidati con disabilità o disturbi di apprendimento o che comunque sono affetti da patologie tali da richiedere ausili particolari e/o tempi aggiuntivi.
Al termine di ciascuna giornata il candidato deve restituire il braccialetto antieffrazione e i dispositivi elettronici utilizzati. Nuovi braccialetti e i dispositivi saranno riconsegnati nei successivi giorni delle prove. Nel caso di scambio del dispositivo elettronico fra due o più candidati e della conseguente mancata associazione tra il braccialetto e il dispositivo elettronico, l’invio del lavoro all’area protetta resta precluso.
Se invece il dispositivo non funziona, ne è prevista la sostituzione. Il programma assicura il recupero dei dati già inseriti. I lavori sono conservati in modo tale che: non sia in alcun modo possibile una successiva modifica dei lavori conservati; ai lavori è assegnato un codice alfanumerico, che non consente in alcun modo di associarlo al nome vero del candidato.
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