Il giorno 30 marzo 2019, nell’aula magna del Palazzo di Giustizia Milano, gremita da giudici tributari, si è tenuta la tradizionale cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario tributario 2019. Il Presidente della Commissione Tributaria Regionale per la Lombardia, Domenico Chindemi, dopo aver esaltato l’elevata produttività del Commissioni lombarde caratterizzata da un trend di abbattimento dell’arretrato sempre costante ( quest’anno pari a circa il 9% del ricorsi) – a differenza della Corte di cassazione che risulta attualmente onerata da 60.000 ricorsi di pendenti – ha sottolineato il difficile ruolo del giudice tributario tra interpretazione delle norme ed esigenze di tutela delle parti del processo (contribuente e amministrazione finanziaria) ed ha evidenziato la necessità di una sempre maggiore professionalità di tale figura. Ha quindi evidenziato l’opportunità per il contribuente di esonerarlo da rigidi adempimenti previsti a pena di decadenza ed ha nel contempo sottolineato l’assoluta necessità di ancorare la normativa a principi sostanziali e non formali così “da ricostruire il rapporto fiduciario con il cittadino, improntato ancora a reciproca diffidenza”.
Quanto alla riforma delle Commissioni tributarie, è stata ribadita l’esigenza di istituire un giudice professionale a tempo pieno in via graduale onde evitare la perdita di elevate professionalità . Successivamente l’intervento del Presidente hanno preso la parola numerose Autorità ed esponenti delle Associazioni tributari presenti. Particolarmente interessanti sono stati gli interventi del neo-eletto Presidente dell’ordine degli Avvocati di Milano, Vinicio Nardo, e di Carla Raineri, del Consiglio della Giustizia Tributaria. Il primo, nel portare i saluti del Foro milanese, ha evidenziato alcune delle problematiche più stridenti dell’apparato giudiziario tributario ponendo l’accento, in particolare, fra l’antinomia esistente nel sistema caratterizzato dal fatto che il MEF è competente per l’elargizione del compenso in favore dei giudici tributari e nello stesso tempo parte nei giudizi tributari. Carla Raineri, nel confermare le parole e le statistiche prodotte in sede di relazione del Presidente ha riferito come, a livello nazionale, la durata media di un processo tributario, nei due gradi di merito, è decisamente inferiore a quella che si registra nei giudizi avanti i Tribunali e le Corti in materia civile e avanti i giudici amministrativi.
Per quanto riguarda la figura dei giudici tributari, ha quindi chiarito come la riforma della giustizia tributaria (caratterizzata dall’idea di prevedere che essa sia amministrata esclusivamente da giudici professionali a tempo pieno reclutati a mezzo di concorso) deve essere preceduta da un’attenta e innovativa azione del Consiglio per la giustizia tributaria sia sotto il profilo del controllo del rispetto della deontologia che con riguardo alla formazione per la quale sono stati già organizzati convegni ed incontri di studio altamente qualificati distribuiti sull’intero territorio nazionale.
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